domenica 21 luglio 2019

La luna rossa

La luna rossa sorge a est
chissà se lei lo sa tutto questo
vociare per celebrare il 50esimo
dubito che gli interessi l'allunaggio
ricorderà con disgusto quella prima
e tutte le altre volte
qualcuno pensa che parli americano
altri invece che parli il russo
solo i poeti gli artisti la capiscono
lei è solo stufa
ad essere sempre violata
disturbata e sporcata
suvvia lasciatela in pace!
la luna appartiene a me, a te
la luna appartiene a tutti


martedì 5 giugno 2018

Lo scrittore



Arpeggia la musica nei giardini del sud
macchie d’oleandro colorano sentieri
tra l’argento degli uliveti
nella terra che abbraccia il tempo che non abbiamo
dove i sassi trafiggono i passi
sulle rive dove i miti cercano Terina
e con nobili monete pagano la dea ragione.
Viene dal quel luogo uno scrittore
che armeggia con l’arma della parola
che scava nelle macerie della società
per disseppellire scomode verità
di azioni violente e di malaffare.
Spreme la carne come agrumi
rivelando l’intimità nuda
che ha solcato il mare e poi la terra
per seminare giustizia e poesia.

mercoledì 23 maggio 2018

Papaveri della mia infanzia



Coquelicots de mon enfance

Vous êtes revenus
comme une grande blessure
enflammer l’herbe folle
qui galope
sur les talus sauvages…
Papillon végétal
vous accompagnez notre marche
d’une touche légère
et d’un sourire de sang…
Ô cœurs libres et offerts
au milieu des blés mûrs
qui bruissent comme l’océan
sous les caresses de l’air…
Vous êtes la promesse et le rêve
de la saison de feu
incarnant le frisson
de cette couleur vive
qui surprend la prairie
allongée sous le jour…
Coquelicots mes amis
ne craignez rien
j’aime trop votre visage
tourbillons d’oriflammes
qui traversent la plaine
d’un rire incandescent
pour serrer
vos tiges fragiles
entre mes doigts curieux…
Ô que de souvenirs
et que d’images tendres
m’appellent et me lient
à cette fleur délicate
dont l’éphémère beauté
refuse en expirant
nos prisons de cristal…

©Victor Varjac
Antibes, 27 mai 2003
Papaveri della mia infanzia

Voi siete tornati
come una grande ferita
infiammate l’erba matta
che galoppa
sul pendio selvaggio…
Farfalle floreali
voi accompagnate il nostro cammino
con un tocco leggero
e un sorriso sanguigno…
Oh cuori liberi e offerti
In mezzo al grano maturo
agitati come l’oceano
sotto le carezze dell’aria…
Voi siete il sogno e la promessa
che la stagione di fuoco
incarna il brivido
di questo colore vivo
che sorprende la prateria
e s’allunga sul giorno…
Papaveri amici miei
non temete
amo troppo il vostro viso
di bandiere agitate
che attraversano la pianura
con un sorriso luminoso
per stringere
i vostri fragili steli
tra le mie dita curiose…
Oh quanti ricordi
e quante immagini tenere
mi chiamano e mi uniscono
a questi fiori così delicati
dalla bellezza effimera
che rifiuta la sopravvivenza
nelle nostre prigioni di cristallo...

Francesco Casuscelli
Dairago, 16 Aprile 2017

domenica 13 maggio 2018

Le previsioni del tempo



Tu sei la pianta
ed io sono il tuo ramo
le mie scelte
hanno distaccato le fibre
sono caduto dal nido
e il vento dell'ambizione
mi ha portato lontano
là dove volevi che io fossi.
Ora quando ascolto
le previsioni del tempo
ritorno sotto il tuo cielo
dentro la tua casa
vedo i tuoi gesti lenti
che cercano e afferrano
attimi di preghiere
Oggi sono previsti temporali
forse stai già guardando
oltre i vetri la pioggia che cade
l'ora canta con le campane
e il tuo grembo caldo mi accoglie
tra le tue mani che tessono
la coperta invisibile dell'amore


martedì 27 febbraio 2018

Cogli fratello




Cogli fratello queste viole
Gli occhi della terra che aprono
Alle promesse di primavera
Cogli con mani tremanti
Il cuore profumato d’un raggio di sole
Che allunga il passo nel vento di febbraio
Cogli l’abbraccio della terra
Assaggia sulle sue tenere labbra
Il risveglio della stagione che bussa
Cogli fratello questi fiori
dai calici beviamo il vino dell’amore
ebbri di vita e di passione
per la gioiosa sorpresa del domani

venerdì 2 febbraio 2018

Il ciclo della vita


Le mani hanno divelto le pietre
denudando il fianco della terra
offrendolo al filo tagliente del vomere
hanno scavato tra le zolle un solco
e seminato un seme al riparo dall’inverno
L'uligine indebolirà il tegumento
s’apriranno le cotiledoni al tenero germoglio
vincerà la terra perforandola
per raggiungere la luce e proseguire
verso il cielo, senza risparmio
emetterà le foglie e porterà fiori alla primavera
scorrerà linfa dalla pioggia alle radici
si piegherà cantando nella furia del vento
accenderà nel giorno la fotosintesi
ascolterà la luna e gli influssi celesti
sveglierà l’allodola alle luci dell’alba
le api conosceranno la sua feconda dolcezza
nutrirà le creature con i frutti del sole
e si darà nuovo seme alla terra
nel ciclo della vita e delle stagioni
per custodire nel suo DNA l’esperienza
di aver vissuto d’amore per amare
Verranno nuove mani e nuovi occhi
in questo fertile campo
a seminare mietere e vendemmiare
a portare sulla tavola il pane e il vino della terra
ad unire gli uomini e celebrare
la verticalità dell’anima

lunedì 29 gennaio 2018

Poesia


Quanto è bella la vita che la poesia mi offre
e quanto nutrimento accolgo dalle parole
che i vostri passi seminano nel mio solco

Quanta amicizia m'infiamma il cuore
e mi bagna gli occhi, da stringere tra le mani
l'affetto che vi spetta
e le parole non conoscono

Leggendovi ascolto
la risacca del vostro respiro
e sottraggo tempo alla solitudine
per immergermi dentro di voi